Maggio

mie foto

Questo è il mio giardino, ovvero una parte di esso, in questi giorni.
I fiorellini gialli della potentilla reptans e dei piccoli ranuncoli selvatici hanno tappezzato il prato.
Quando cammino sto attenta a non calpestare le api che cercano fiori appetibili.

Non ho mai amato i praticelli all’inglese, con l’erba tutta dello stesso colore e della stessa altezza: vengo dalla campagna antica, quella dei prati da fienagione, l’erba alta, di diverse varietà; la campagna del frumento frammisto a papaveri e fiordalisi, dove, ai bordi delle canalette da irrigazione, fiorivano gli iris gialli, le infiorescenze bianche dell’angelica; la campagna del trifoglio rosso e di quello bianco, dell’erba spagna, del loietto, dell’erba legno, del cardo selvatico e dell’artemisia.

Ora che non c’è più mio marito a tenere tutta l’erba in ordine e che per me è diventato difficile rasarla con il tagliaerba a benzina che non so far funzionare, io taglio l’erba troppo alta, quella che può dar fastidio, con la falce che era di mio padre e lascio che le zone fiorite rimangano a disposizione degli insetti impollinatori.

mie foto

Ultimi giorni di luglio 2020

Dopo i nubifragi e il temporale della notte scorsa, l’estate è esplosa in tutto il suo fulgore.
Sono perfino scomparse le gazze e i merli in giro sono pochi, anche se il Bacco, l’uva nera dai chicchi piccoli e dolci, sta già maturando alla grande.
La capinera viene a cibarsi delle bacche del sambuco e i piccoli melodiosi luì svolazzano rapidi fra i rami dell’ulivo in cerca di insetti.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2020/07/img_20200729_120705.jpg

sambuco nero nato spontaneamente a lato della scala di accesso.
mie foto

Sul vecchio fico stanno maturando i frutti scuri e piccoli dal sapore mielato e gli stornelli se ne sono accorti.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2020/07/img_20200729_120643.jpg

Il vecchio fico davanti alla porta di casa e la verbena odorosa abbarbicata alla ringhiera e rifugio invernale della locusta “Eugenia”
mie foto

Chissà dove sono finite le gazze, ormai ero abituata a vederle zampettare in giardino e una era perfino venuta a curiosare in casa attraverso il vetro della porta d’entrata.
Ho raccolto le prugne blu, erano due anni che non si riusciva ad averne, devastate dalla cimice asiatica.  L’autunno scorso e questa primavera c’erano molte cince che di solito amano cibarsi delle cimici e quest’anno di cimici ne ho viste poche.

I miei nuovi vicini di casa, tre famiglie, imparentate fra loro, che abitano nello stesso stabile formato da tre appartamenti, hanno abbattuto tutti gli alberi del loro giardino: un grande pioppo cinquantenne, un olmo, il filare di cipressi argentati…piazza pulita.
Forse li sostituiranno con alberi da frutta, oppure giocheranno a pallone nello spazio ottenuto.

Pensieri in libertà

 

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/07/foglia-di-platano.jpg

Stampa calcografica da punta secca su rame
mie opere

Cielo coperto, oggi, breve una brezza leggera accarezza la pelle.

Sussurri e voci lontane, spezzate, rumori ovattati, raggiungono queste stanze vuote e silenti, prima che lo schiamazzo e le urla dei vicini irrompano, senza riguardo, in questa piccola pace.
Un gatto miagola furioso il suo amore momentaneo davanti la siepe del giardino ove dimora un’odorosa gattina. Speriamo gli si conceda prima che faccia notte o il padrone di casa lo prenderà a randellate.

Le statistiche dicono che il reddito annuo pro capite di noi italiani è di trentaduemila euro. Davvero? Ma a chi mi devo rivolgere, quindi, per avere i ventitremila euro che mancano al mio? Anche se, a pensarci bene, un prete una volta aveva detto che noi casalinghe non dovremmo avere diritto a una pensione di reversibilità, visto che non abbiamo fatto nulla, nella nostra vita.
Ricordo la rabbia di mio marito, se non lo avessi fermato gli avrebbe mollato un pugno sul naso. “Tu- gli urlò-tu sei un fannullone che vive a spalle degli altri. Le nostre donne, casalinghe, lavorano più di noi uomini, si curano di noi, dei nostri figli, dei nostri vecchi. Sono attive ventiquattro ore al giorno e sono più utili di te alla società.”
Ho sentito che qualche parlamentare la pensa come quel prete.
Chissà, forse, in futuro le vedove che furono casalinghe andranno a mendicare il loro pane quotidiano, come facevano nel medioevo.

Ho fatto anche stamane il mio dovere, come ogni giorno: ho annaffiato i fiori e qualche pianta, le erbe aromatiche e un po’ di quelle spontanee.
Questo orto-giardino-frutteto ormai è solo la parvenza, l’ectoplasma di ciò che era una volta. Guarda, sta morendo anche il giovane ciliegio piantato tre anni fa, dove c’era l’inserto si è prodotto un fungo, ha invaso il tronco e il ramo. Tanto da due anni di ciliegie qui non se ne sono viste, e non solo nel mio giardino.

Abbiamo raccolto le albicocche dalle quattro piante prima che le cimici e le formiche le devastassero del tutto, erano anche state danneggiate dalla grandine. La grandine ha massacrato anche la povera pianta di carciofo. Niente frutti quest’anno e nemmeno quello stupendo fiore che lasciavo, ultimo, sulla pianta, per goderne il colore intenso e toccare la morbida elasticità della sua “barba” colorata di blu-viola.

Che cosa mi farò per pranzo oggi? Era così divertente cucinare quando la casa era piena, ma questo vuoto, ora, non favorisce il desiderio di manicaretti, il piacere di tavole imbandite, la voglia di passare del tempo a progettar ricette nuove.

Le gazze e le tortore stanno facendo il diavolo a quattro: altri gatti maschi sono venuti a fare la corte alla gattina.
Con questo caldo dovrebbero starsene tranquilli a dormire all’ombra.

A me basterebbe una piscina in cui sguazzare, senza rumori intorno e senza zanzare.

Vita in campagna

Nell’ultimo mezzo secolo il nostro giardino ha ospitato parecchi animali domestici: cani, gatti, conigli, galline, anitre, tartarughe di terra, porcellini d’India, criceti, canarini, un maialino e anche molti animali selvatici, stanziali o di passaggio: uccelli di vario tipo e dimensione, serpentelli innocui, lucertole, ricci, topolini e pantegane, pipistrelli e una moltitudine di insetti di vario tipo.

Fra tutti questi, il più stupido, fastidioso e cocciuto è la tortora.
Qui ce ne sono parecchie coppie, nel nostro circondario, e molte albergano nel nostro giardino e il mio giardino di alberi ne ha parecchi, sia ornamentali che da frutto, sui quali molti uccelli fanno i nidi.
I nidi delle tortore, a differenza di quelli dei merli, delle cince, dei passeri, sono fatti senza alcuna tecnica costruttiva: vari legnetti di diverse dimensioni, affastellati senza un briciolo di logica in posizioni precarie e assurde su cui poi la tortora deposita due tre ovetti che regolarmente piombano al suolo.
A volte, l’esperienza di vari anni, porta la tortora a posizionare il nido su un incavo di rami più conveniente e riesce così a allevare una prole.
Quest’anno una coppia di tortore si è intestardita a voler fare il nido su una delle travi portanti della pensilina in legno che copre la scala di accesso alla casa.
Naturalmente i legnetti affastellati a casaccio cadono regolarmente di sotto e fin qui va tutto bene, basta spazzarli via anche se è abbastanza ridicolo osservare le due bestiole che si affaccendano da giorni in un lavoro inutile.
Ho dovuto riempire di carte luccicanti e colorate gli interstizi che ci sono tra le travi per spaventarle, ma loro, cocciute peggio dei muli, si sono spostate di volta in volta e sono finite sull’ultimo travetto, il più esterno, dove io non riesco a mettere la carta.
Così, ogni sera, non appena cala il buio, loro si appiattiscono nascondendosi tra il travetto e la copertura interna di legno e io, dopo un po’, le scaccio facendo rumore, dalla finestra, con il manico della scopa contro la grondaia.
Non è per cattiveria, non mi darebbero alcun fastidio se si accasassero lì se non fosse che le care bestiole depositano i loro escrementi sulla scala, sullo zerbino in fondo alla scala e sulle teste dei malcapitati che hanno la sventura di capitarci sotto.
Ogni sera loro ritornano e io, ogni sera, le scaccio.
Quando, di giorno, esco in giardino loro sono appollaiate sui fili dell’elettricità e, appena mi vedono, svolazzano impazzite e mi urlano contro con il loro tu-tu-tu-tubare che ricorda il suono noioso del telefono occupato.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/04/tortore.jpg

mie foto
mie opere

Oggi

 

pioggia in giardino

mie foto

Oggi ho voglia di far nulla.
Pioviggina, ha piovuto tutta la notte e la mattina e sta continuando anche ora.
Alla finestra ho guardato i merli che becchettavano nell’erba e cercavano lombrichi, qualcuno di loro si è fatto il bagno nelle pozzanghere della strada.
Ieri ho tagliato l’erba del prato, ho lasciato però qualche ciuffo di margheritine e anche di ranuncoli gialli e lucidi, come se fossero laccati.
Ho pure scoperto un’ortica, dietro una delle viti e l’ho lasciata lì, perché cresca e si moltiplichi. Erano anni che non ne vedevo di ortiche nel nostro giardino.
Ho vagato per le stanze silenziose, senza pensieri, senza bisogni, senza desideri, senza tristezza, così, senza voglia di nulla.
Di solito ho mille cose da fare, anzi, sono lì che aspettano di essere compiute, finite, anche ora e le vedo, lì in attesa di essere riprese in mano, ma ho solo voglia di bighellonare così, in un ozio prezioso e inusitato, voglia di stare ferma alla finestra a guardare la pioggia e i merli e le piante che gocciolano, nel silenzio che mi avvolge, in attesa che cali la sera.

Inevitabili cambiamenti

Da ieri la squadra dei potatori sta lavorando alacremente.
Ieri sono state potate le grandi piante, quelle che superavano i quindici metri di altezza e sono state ridotte, per così dire, ai minimi termini di sopravvivenza: la magnolia, il bagolaro e il grande abete rosso. L’altro abete si è dovuto abbatterlo perché era danneggiato da coleotteri che si erano introdotti nel suo tronco infettando il midollo. La copiosità della  fuoriuscita di resina che imbrattava il tronco rendeva visibile il danno. Anche il grande cipresso argentato, abbracciato al bagolaro, si è dovuto abbatterlo, lasciandone tre metri circa perché questo pezzo di tronco è inglobato dal bagolaro.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/03/oggi-potatori.jpg

A sinistra il grande bagolaro già potato. In primo piano un acero che verrà potato oggi. (mie foto)

Oggi stanno lavorando sulle piante più basse, quelle da frutto e sui cespugli, ne avranno per tutto il giorno e anche domani dovranno tornare per finire e ripulire il tutto. Il camion fa la spola per trasportare tutto il materiale tagliato che non è poco davvero.

Ripenso a sessant’anni fa.
il nostro giardino, alla periferia del paese, era circondato dal nulla. L’orto e il frutteto ci fornivano frutta e verdura per tutto l’anno e le nostre api, che impollinavano le nostre piante da frutto, ci davano il miele che, d’inverno, diventava granuloso. Quante fette di pane burro e miele ho preparato per la mia colazione da ragazza e anche a mia figlia quando era piccola. Mio padre aveva costruito un’arnia con le pareti di vetro chiuse da piccole ante di legno rimovibili. Venivano ogni anno le scolaresche a farsi spiegare la vita delle api.
Il vigneto ci forniva vino e grappa. Per la carne e le uova allevavamo galline, polli, conigli, piccioni e galline faraone. Avevamo interrato una vecchia vasca da bagno per farne un piccolo stagno per le nostre anatre. Perfino un maialetto abbiamo cresciuto un anno.
Mia figlia, da piccola, ha giocato con i nostri animali e anche con i serpentelli innocui che, all’epoca, circolavano nel nostro giardino. Ha raccolto pipistrelli caduti dal loro nido e toporagni capitati per caso, ricci e farfalle, bombi e coleotteri.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/03/paradiso.jpg

mie foto

 

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/03/3650017055_528e419bd9_z.jpg

mie foto

Mio padre prima e mio marito poi hanno cercato ostinatamente di mantenere questo piccolo polmone verde, hanno sostituito ogni albero morto con un altro, hanno coltivato frutta e verdura in abbondanza da regalare a parenti e amici, era la loro passione.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/03/14836380557_12e3038952_z.jpg

Upupa in giardino
mie foto

A poco a poco, intorno al nostro giardino sono sorte molte altre case, si è cementificato tutto quanto era disponibile. A pochi passi ci sono fabbriche e supermercati, villaggi interi, appartamenti e condomini che ora, con la crisi, sono rimasti sfitti.
La cementificazione e l’inquinamento conseguente hanno fatto morire le api, l’acqua delle falde freatiche superficiali a cui attingono i nostri pozzi da irrigazione è inquinata da liquami e idrocarburi prodotti dalle attività agricole intensive e dalle fabbriche. Il terreno fertile superficiale è esausto e ormai inquinato. Le piante sono colpite da malattie fungine e i frutti vengono attaccati dalla cimice asiatica e marciscono prima di maturare. Molti uccelli si sono spostati dalle campagne nei giardini, dove trovano sicurezza e cibo e fanno scempio negli orti e nei frutteti.

Mio padre e mio marito non ci sono più e anche il loro piccolo paradiso non esiste più.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/03/giardino-brullo.jpg

mie foto pero cotogno abbattuto dal vento

 

Potatura

Lunedì, in un villaggio di poco lontano dal mio, una tromba d’aria ha provocato parecchi danni.
Qui da noi il vento era forte e ha spazzato e sparpagliato tutto ciò che ha trovato sul proprio cammino.

Questa mattina sono iniziati i lavori di potatura nel mio giardino.
Devo ridurre e contenere tutte le piante e i cespugli, prima che il vento ne faccia scempio.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2019/03/potatura.jpg

mie foto

Il clima si è modificato e continuerà a farlo.
Siamo in ritardo di cinquant’anni e i “grandi” della terra se ne sono sempre altamente fregati di questi problemi.
Inutile che io faccia l’elenco di ciò che si poteva fare, di ciò che non è stato fatto, dei danni attuali a livello mondiale, di ciò che sarà il futuro: persone più competenti di me ne hanno già parlato, disquisito, comunicato.
Nel mio piccolo ho sempre cercato di applicare quelle regole di vita che potessero salvaguardare l’ambiente che mi circondava.
Mi sono, però, sempre resa conto che è quasi inutile ciò che noi “piccoli” facciamo, se i “grandi” della terra, che spesso sono tutt’altro che “Grandi”, non obbligano tutte le nazioni a prendere corrette decisioni.
Inoltre, gli interessi commerciali (multinazionali, grande distribuzione, trasporti, produzione) non hanno mai avuto altri interessi se non quelli che possano aumentare i guadagni e noi stessi sprechiamo risorse, per le nostre comodità, molto più del necessario.

Autunno nel mio giardino

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/11/langolo-delle-nocciole-nov-18.jpg

mie foto

Abbiamo ricoverato i limoni, il cedro e la clementina, tutti i fiori: fucsie, clivie e plumbago ancora tutti fioriti, orchidee, gerani, piante grasse, e altri vasi, nelle serre che li proteggeranno durante l’inverno.

Dovremo raccogliere i frutti dei kiwi prima del gelo. Le altre piante da frutto stanno perdendo le foglie che si ammassano ai piedi degli alberi e ne fanno da pacciamatura. Il vento ha sradicato la vecchia pianta di pere cotogne e l’anno venturo non farò più la gelatina con i suoi frutti.

Quest’anno tutta la frutta è stata danneggiata dagli uccelli, dagli insetti e da malattie fungine. Un anno disastroso. Come se il giardino si fosse ribellato alla sua assenza, al fatto che non ci fosse più lui a curarlo. Anche le rose hanno fatto sciopero, una fioritura misera e stentata.

I limoni maturati in autunno sono in una cassetta e serviranno per l’inverno.

Piove, oggi. Una pioggerella sottile, lenta, leggermente ghiacciata. Sa più di marzo che di novembre, anche se ha un leggero odore di neve, di una neve lontana, forse sulle Prealpi che, in certe giornate di sole limpide e terse come cristalli, si intravedono all’orizzonte, leggermente ondulate e di un chiaro azzurro, appena più scuro del cielo.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/11/il-caco-nov-18.jpg

mie foto

Curiosità nel mio giardino

E sempre per gli amanti della natura, ecco alcuni visitatori del mio giardino:

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/08/larva-di-coccinella.jpg

mie foto

Questa è una larva di coccinella.
La prima volta che l’ho vista m’ha preso un accidente: non sapevo che razza di insetto fosse, sembrava un panzer marziano. Poi ho scoperto che ce n’erano in grande quantità e correvano come matte di qua e di là, sulle rose, sui limoni…Così ho cercato nei miei libri e ho compreso quanto fossero utili, perché sono le larve delle coccinelle che divorano gli afidi e le abbiamo lasciate fare: che se li mangiassero pure tutti.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/08/mantide.jpg

mie foto

Mantide religiosa, maschio.
Vagava sul muro di casa.
Il maschio è più piccolo e affusolato della femmina.
Le mantidi si muovono a scatti, lentamente, come se fossero mezze paralizzate.
Ne trovo sempre qualcuna in giro, a caccia di altri insetti.
Una volta un uccellino luì svolazzava intorno alla testa di Federico e non riuscivamo a capire che cosa avesse, poi sfrecciò sulla sua spalla e prese al volo una mantide che si era posata lì.
I luì amano le farfalle, le mantidi e un sacco di altri insetti e se li mangiano con gusto.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/08/podalirio.jpg

mie foto

Dulcis in fundo una bellissima podalirio.
Era talmente ubriaca del nettare dei fiori di limone che si è lasciata avvicinare a un palmo di naso e sono riuscita a fotografarla.

Martedì

Piove, lentamente e quasi senza rumore.
Solo un ticchettio sommesso sulle foglie delle piante assetate.
Qualche sordo brontolio lontano, dietro le nuvole, là in alto.
L’odore della terra bagnata si mescola a un vago sentore di vaniglia, forse una vicina sta preparando una torta.

https://undentedileone.wordpress.com/wp-content/uploads/2018/08/nido-di-tortora-sul-sambuco.jpg

mie foto

Sul sambuco, vicino alla scala di casa, la tortora protegge il suo ultimo nato. Non ho ancora sentito né visto le gazze, oggi. Loro si fermano sempre sull’ulivo dietro alla casa e fanno un baccano d’inferno quando il gatto dei vicini va a passeggiare sotto l’ulivo.
Forse le gazze hanno lì un loro nido e il gatto lo sa.

I merli si stanno beatamente bagnando nelle pozzanghere al centro della carreggiata della strada.

Una testa di c…o sta passando sulla strada con la musica a tutto volume e i finestrini dell’auto aperti, lentamente, spaventando merli, passerotti e tortore.
Che un fulmine lo colga, così non romperà più i timpani anche a noi tutti..