Scatole cinesi

Chiacchierino “celtico”. Mie opere

Giorni di pioggia questi ultimi, ne avevamo bisogno. Pioggia gentile, lenta, tranquilla e prolungata.
Tempo per stara rintanata in casa a fare lavoretti con le mani e con la testa. Ecco, è proprio quando me ne sto tranquilla, in apparente letargo, che vado a cercare i “peli nell’uovo” come mi rimproverava spesso mia madre.

Avete presente la pubblicità dei prodotti Selex che da un po’ di tempo si vede in TV? A me è venuta la curiosità di vedere che cosa sia Selex.
Qui al paesello, a pochi passi da casa mia, ci sono due supermercati nello stesso stabile. Uno è il Family e l’altro è il DPiù, un discount con prodotti di buona qualità e prezzi del 30% inferiori al Family.
Da qualche anno il Family, pur mantenendo la propria insegna è stato acquisito da Italmark e quest’ultimo fa parte del gruppo SUN (Supermercati uniti nazionali) e SUN è entrato in Selex. A sua volta Selex fa parte della centrale di acquisto ESD Italia che è parte della centrale leader europea EMD (European Marketing Distribution).

EMD: sede a Pfäffikon in Svizzera, consiglio di Amministrazione formato da cinque soci fra cui un Italiano, uno spagnolo, un belga, un tedesco e il presidente svizzero. 14 azionisti nei quali la Svizzera è maggioritaria, presente in 19 paesi europei, più l’Australia e la Nuova Zelanda, 56000 punti vendita, 200 miliardi di euro di fatturato annuo e comprende le maggiori catene di supermercati presenti in Europa.

Sempre tornando al paesello, ho scoperto che oltre al Family, anche il DPiù fa parte di questa organizzazione: continueranno a farsi concorrenza?
Ma quello che mi pone più domande è:
perché l’Europa continua a parlare di chilometro zero, agricoltura sostenibile, ecc. ecc. se la grande distribuzione è governata da mastodonti di questo genere che hanno prodotto l’eliminazione dei piccoli dettaglianti che nei paeselli come il mio, acquistando prodotti locali, non sono più in grado di sopravvivere?
Negli scaffali dei supermercati noi non troviamo ciò che viene prodotto sul nostro territorio, ma prodotti che vengono da altri luoghi, anche molto lontani, purché siano a basso prezzo d’acquisto, indipendentemente dalla loro qualità e dalla richiesta del consumatore, infatti ci sono prodotti che vengono eliminati solo perché poche persone li acquistano, perché sono di nicchia.

Non siamo noi consumatori a generare l’offerta, non più.
La grande distribuzione impone le proprie regole, modifica i nostri gusti, modifica il mercato, modifica le produzioni, impone i propri prezzi sia al consumatore che al produttore, passa come un cingolato su tutto ciò che non è produttivo di guadagno e se ne frega altamente di ciò che può essere più o meno utile al territorio e l’abbiamo visto anche con il colosso Ferrero che ha fatto la più grande toppata del secolo cercando di ottenere nocciole a basso costo da improbabili piantagioni in Australia, dopo che aveva già creato monoculture anche nel Lazio, rovinando molte zone collinari di questa regione e mandando in rovina i malcapitati agricoltori che avevano creduto nel progetto della Ferrero e che sono stati poi abbandonati a se stessi quando il progetto si è rivelato tutt’altro che vantaggioso.
Ha pure favorito l’aumento delle monoculture delle palme da olio, per sostituirlo ad altri oli vegetali e al burro di cacao, anche se l’olio di palma si solidifica proprio come il burro, infatti viene venduto in panetti solidi come le margarine, perché contiene una grande quantità di grassi saturi, però costa poco.
E, a proposito di Nutella, quand’ero ragazza io, la Nutella aveva più del triplo di nocciole nella ricetta, rispetto alla ricetta odierna, per cui la Nutella di oggi io non la compro più da molto tempo, ci sono altre creme alla nocciola spalmabili molto, ma molto migliori, basta controllare gli ingredienti sull’etichetta.

20 pensieri su “Scatole cinesi

  1. Tu fai giornalismo d’inchiesta, di ottima qualità. Quello che descrivi non è altro che il capitalismo. Il paesello fa fatica a sopravvivere. La Nutella di una volta era una scoperta, ora è solo un prodotto da scaffalatura. Non c’è più il negoziante con cui scambiare qualche battuta, ci sono i carrelli e le casse.

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  2. Ciao Neda, hai perfettamente ragione. Purtroppo i colossi della grande distribuzione stanno arrivando dappertutto e ci avvelenano con prodotti che sfruttano il lavoro e contengono sostanze pessime. Sono anni che dico di evitare la Nutella, ma la gente orma è accecata dalla pubblicità quindi compra quello che gli mettono dentro il cervello.

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  3. Pingback: Discount e co. – Evaporata

  4. Ho il piacere di comprare direttamente dal produttore formaggi salumi e verdura, finché non la produce il mio orto. Sono contraria ai prodotti che fanno chilometri. Ma essendo fuori dal mondo non posso fare a meno di acquistare online… È davvero difficile vivere di poco.

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  5. Ciao Neda, scusami per l’entrata a “gamba tesa”, arrivo qui da te grazie a questo tuo post rilanciato da Evaporata.

    La cosa buffa è che giusto ieri pubblicavo sul nostro Blog collettivo questo articolo, che a parte il “giochino” provocatore affrontava lo stesso tema che proponi tu: dove finisce l’offerta “lecita” a seguito di domanda e dove comincia l’ imposizione di cose che non servono ?

    A margine, siccome sono convinto che le coincidenze non esistano, colgo l’ occasione (se ti va) per invitarti a fare un salto da noi e dare un’ occhiata in giro. FugaDaPolis è un blog dove tutti se vogliono possono essere Autori: se ti interessa lascia un commento, poi “ci penso io” 😉

    La pagina “about” del Blog spiega un po’ meglio, non metto direttamente il link che già ne ho messo uno, poi va a finire che mi ritrovo in spam… 😀

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  6. La colpa è dei consumatori. La qualità ha un costo e anche la merce a km zero ha un costo più alto dei prodotti della grande distribuzione.

    Quello che cambia è la qualità.

    Comunque anche il km zero non è sicuro dipende da chi coltiva.

    Per esperienza visto che coltivo in maniera praticamente biologica. Ma non vendo non ho tempo. Mentre altri li vedo fare trattamenti su trattamenti ma vendono ai privati.

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