Sono in letargo

 

 

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Acquarello
mie opere

Sono in letargo.

Anche il computer sembra esserlo.

In questi ultimi giorni, passate le feste, tornata alla mia solitudine ovattata, sono venuti a cambiare i contatori dell’ENEL. Uno non si può togliere: ha una vite che gira a vuoto. Verranno altri tecnici più adatti alla bisogna!

Stiamo passando da UBI banca a Bper, bontà loro.
Stamane ho telefonato in banca: per mia fortuna sarà fatto tutto in automatico, non mi devo preoccupare.

Ho la sensazione che qualche cosa sia rimasto in sospeso, in attesa di non so che…anch’io mi sento sospesa, per così dire “in prestito”…è una sensazione strana che mi fa sentire il desiderio di tornare sotto il piumone, a rotolarmi fra le braccia di Morfeo.

 

C’è che…

C’è che certi giorni sono così ovattati, grigi, freddi e disadorni, privi di ogni attrattiva e allora io mi appallottolo e mi rifugio su un’ampia poltrona a covare una mente vuota.

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disegno a punta d’argento
mie opere

C’è che aspetto che il sole sbuchi tra le nuvole e scaldi il vetro di una finestra e sto a guardare, così, quel poco di verde che è rimasto nel prato ormai incolto, zazzeruto come il pelo tignoso di un gatto troppo invecchiato.

C’è che “Eugenia” se ne sta ancora appollaiata contro il ramo di erba Luisa, tutte e due in letargo ad aspettare la prossima primavera, tutte e due, Eugenia, la grossa locusta e l’erba Luisa.

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mie foto

C’è che ho pasticciato un foglio con cupi colori, a macchie e non so neppure che cosa ricavarne…

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mie foto
mie opere

e allora ho tirato fuori tutti i colori dell’arcobaleno per dare un po’ di luce a una giornata scolorita.

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mie foto

Solstizio d’inverno

Domani, 22 dicembre, entreremo nell’inverno.

Qui piove da questa notte.
I rami spogli, del grande e contorto pruno selvatico davanti alla finestra, hanno infilato lucenti perle di pioggia, sembra un addobbo natalizio creato ad arte.
In altri tempi sarebbero ghiacciate queste perle e l’acqua sarebbe stata neve. Un tardo autunno, più che un inverno, sembra questa buia mattina.

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acquerello
mie opere

La finestra di V. è illuminata. Sua figlia mi ha detto che non è più autosufficiente. Lucida sì, ma va aiutata perché fa fatica a muoversi, deve essere vestita, accudita.
Ricordo mia madre e i suoi ultimi anni e il grande specchio che tolsi dal corridoio perché lei non vedesse riflessa la propria decadenza.
Inevitabile pensare a quanto tempo di autosufficienza mi rimanga.
Dirò, come il Manzoni, “ho dieci, ho dodici anni”, quando gli chiedevano l’età, e non erano quelli che aveva, ma quelli che pensava gli restassero da vivere.
E saranno anni sereni e costruttivi, anni nuovi, da assaporare minuto dopo minuto, creativi e anche pigri, a volte oziosi, perché è solo alla fine della vita che si gusta la vita veramente.

Mi lascio quest’anno dietro le spalle.
Guardo avanti, in attesa della nuova primavera.

Buone Feste a tutti.