La gatta si lisciava il pelo
con la lingua ruvida
come cartavetrata.
Sul ramo basso del giovane pruno
venne a posarsi il pettirosso
e un passero gli svolazzava intorno.
La gatta si lisciava il pelo,
drizzava appena, negligentemente,
l’orecchia aguzza.
Il passero si posò, grasso, sul ramo,
tronfio come sullo scranno di un re.
La gatta si lisciava il pelo,
l’occhio socchiuso, attento.
Il pettirosso spiccò il volo
dritto, davanti al naso della gatta
che si lisciava il pelo.
Era sazia la gatta sul cuscino
davanti alla finestra, ch’era ben chiusa.
Era sazia la gatta e si lisciava il pelo.
Chiuse gli occhi e dormì.
Forse ora sogna
pettirossi grassi.