Poliomielite e dintorni

fanciulla con rose blu

Pastello
mie opere
omaggio a Renoir

Sfogliando un vecchio libro di scuola di quando ero alle medie, mi è capitato tra le mani un foglietto di appunti che avevo scritto allora.

Era il 1961 e avevo tredici anni. L’appunto dice:

“I responsabili delle malattie infettive sono:
I microrganismi, o semplicemente microbi, esseri piccolissimi costituiti da una sola cellula, cioè unicellulari, visibili solo al microscopio. Si dividono in:

BACTERI: che sono all’ultimo grado dei vegetali.

PROTOZOI: i più piccoli esseri del regno animale.

VIRUS: di origine non ancora ben definita,
che sicuramente sono causa di molte malattie, fra cui raffreddori, influenze e la tanto temuta poliomielite.”

Fu infatti proprio in quell’anno che io e le mie compagne dell’Istituto fummo vaccinate contro il virus della poliomielite. Ricordo che avevamo paura, ricordavamo la vaccinazione antivaiolosa e le cicatrici che ci erano rimaste.
Invece dell’iniezione, ci diedero una zolletta di zucchero con poche gocce di liquido rosato e fu quasi una festa.
Fra le mie compagne ce n’erano alcune che erano sopravvissute alla poliomielite ed erano rimaste zoppe, le più fortunate, come un mio cugino, una nostra insegnante e anche un mio cognato. Ricordo che una ragazza, molto più alta di me, camminava aiutata da una intelaiatura di metallo che conteneva la gamba sinistra rimasta piccola come quando aveva quattro anni.

La scrittrice Rosanna Benzi, del 1948 come me, a causa della malattia contratta proprio da adolescente, visse una trentina d’anni nel polmone d’acciaio in un ospedale.

Inevitabile pensare al Covid 19 di questi giorni e, dando un’occhiata a un po’ di giornali stranieri, ho trovato questa intervista che Nina Weber dello Spiegel (giornale tedesco), ha fatto alla biologa svizzera Emma Hodcroft.
L’ho tradotta e la copio qui sotto, io l’ho trovata abbastanza rassicurante, anche se è ovvio che il Covid è una cosa seria, molto seria, che bisogna proteggersi e stare molto, molto attenti.

“SPIEGEL: Signora Hodcroft, lei sta lavorando intensamente sulle sequenze del genoma e sulle mutazioni del coronavirus Sars-CoV-2.

Per chiarire subito un concetto di base: cos’è in realtà una mutazione e quando deve preoccuparci?

Hodcroft: Oh, penso che ci siano alcune idee sbagliate. Nei film catastrofici c’è quel momento in cui il virus muta. Si sa che d’ora in poi la situazione sarà critica, ma in realtà, è meno eccitante o cruciale: quando i virus infettano una persona, si moltiplicano miliardi di volte. Quindi copiano il loro corredo genetico molto, molto spesso. Una mutazione è solo un errore in un singolo punto di questo genoma.

SPIEGEL: E cosa significa questa mutazione?

Hodcroft: Nella maggior parte dei casi, niente. Per fare un esempio: se qualcuno digita un documento, a un certo punto si verifica un errore, si preme il tasto sbagliato, una lettera è sbagliata. Il documento può ancora essere letto normalmente, non fa alcuna differenza rilevante. La maggior parte delle mutazioni sono come piccoli errori di battitura.

Emma Hodcroft è uno degli sviluppatori di Nextstrain. Il software consente di analizzare e confrontare i genomi dei patogeni e di crearne gli alberi genealogici. La biologa ed epidemiologa lavora all’Università di Berna in Svizzera.

Sars-Covid 2 è il Sars-Covid 2019.

Il virus della influenza spagnola, che in realtà si sviluppò nel Kansas passando da un’anatra al suo allevatore e fu portata in Europa dai soldati americani infettati, durante la prima guerra mondiale, creò una pandemia che girò per il mondo per tre anni, poi si esaurì e si ripresentò dopo dieci anni, ma meno virulenta e meno mortale.

Così furono anche le due pandemie di influenza asiatica, sempre virus passati all’uomo da volatili, questa volta sviluppatesi in Cina, negli anni sessanta e settanta. Circolarono nel mondo per tre anni circa poi si esaurirono e quella degli anni settanta era una replica della precedente, ma meno mortale.

In passato c’erano pestilenze varie che si presentavano ciclicamente, sopravvivevano i più forti che trasmettevano i loro geni alla generazione seguente ed è così che l’umanità ha combattuto molti agenti patogeni.
Ora abbiamo i vaccini che possono aiutarci e che hanno sconfitto molte malattie devastanti, come appunto la poliomielite.

22 pensieri su “Poliomielite e dintorni

  1. Un racconto interessante e vivo, come lo stile narrativo. La grande speranza è ancora una volta nel vaccino, su cui restano però diverse incognite. Regge più il paragone con la polio che con le altre “influenze”, secondo me. Il mondo prima o poi ne verrà a capo, ma a che prezzo non si sa.

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    • Vero, le varie forme di polio erano provocate da enterovirus, mentre le influenze sono provocate da coronavirus. Con i coronavirus i vaccini hanno valenza limitata nel tempo, altrimenti avremmo sconfitto già da tempo la maggior parte dei raffreddori.

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  2. È curioso questo passaggio di virus dai volatili all’uomo.
    Dopo secoli e comunque milioni di contatti, innocui, improvvisamente in un certo caso in un certo dato momento… SBANG! c’è l’esplosione e quindi il dilagare.
    Giusto, comunque, il commento di pocamemoriam, l’efficacia risolutoria del vaccino è più riconducibile alla polio che ai vari virus aviari e influenzali.

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    • Credo che questo fenomeno sia avvenuto molte e molte volte in passato. Mi sono sempre chiesta quante siano state le pestilenze provocate da virus, quando non si sapeva nemmeno che esistessero i batteri e i protozoi. Per esempio, quella pestilenza che decimò tutta l’Europa intorno al 1100, forse al millecentotrenta, nella quale le cronache raccontano di tosse così forte che la gente sputava sangue e anche pezzi di polmone, a me sembra molto vicina alle polmoniti, che ci sono sempre state e per le quali sono morti Carlo Magno e molti altri grandi di cui gli storici antichi parlano. Della povera gente sappiamo poco, ma, tenendo conto della grande mancanza di igiene del passato, della promiscuità uomo animali e della poca conoscenza in fatto di medicina, la quale si è sviluppata in tempi molto recenti rispetto a tutta la storia umana, io credo che i virus abbiano prodotto morie ciclicamente anche se noi non ne siamo a conoscenza. Lo studio della microbiologia è piuttosto recente, soprattutto quello della virologia. Alla metà dell’ottocento, poco più di centocinquant’anni fa, i medici non ammettevano di essere loro a trasportare i microbi da un reparto all’altro degli ospedali, provocando le febbri post-parto per cui molte donne sono morte.

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  3. Notte, Neda …. mi soffermo, piuttosto che sulla dettagliata esposizione del corona-virus e sui suoi effetti ( prima o poi ne verremo a capo … ), sulla delicata bellezza del tuo acquarello, che hai definito “omaggio a Renoir” : ebbene, credo che il celebre Pittore francese … ne sarebbe deliziato, come me !
    A bientoit, mia cara Amica … vegli la notte su di te senza interromperti il sogno ! 😀

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  4. Sì, è clamorosa la storia di quel medico all’ospedale di Vienna che ha rilevato la causa della morte delle puerpere nell’assenza di igiene adeguata. Finì smentito dai colleghi ed emarginato.
    Quella che doveva essere una grande medaglia e motivo di gloria è stata la sua fonte di disgrazie.

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  5. Ricordo un compagno di scuola prima ed una collega di lavoro poi che la poliomelite aveva lasciato zoppi…….eppure ricordo che io fui vaccinata, mi chiedevo perchè mai a loro invece era capitato, ma lungi da me porre a loro la domanda…….Ricordo anche Rosanna Benzi nel suo polmone d’acciaio
    Quindi aspettiamo trepidanti questo nuovo vaccino

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  6. Ascoltavo ieri un commento di Antonella Vola che spiegava come questo vaccino prodotto dalla Pfizer lavori sull’RNA, quindi a monte di eventuali mutazioni, o comunque in grado di essere facilmente adattato. Questa pandemia che stiamo vivendo era ampiamente attesa, e ampiamente sottostimata

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  7. Già, proprio così…aggiungerei che la Spagnola durò dal 1918 al 1920 dove ci fu un’altra ondata per la verità e, sembra che in alcuni manuali oltre a presentarsi inizialmente negli USA come hai detto tu, si presentò stesso periodo a Bombay comunque in India e, ad oggi, non è spiegabile come fu possibile (visto che all’epoca non c’erano mezzi veloci !) In questo periodo, un pò come una matta, mi ripeto ….. dai hai un DNA forte, tuo papà ha superato la spagnola e l’asiatica e allora ? sono forte anche io , insomma Neda, mi consolo così perchè è l’unica modalità che per ora riesco a sopportare ! :-/ ti abbraccio forte forte

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    • Poiché la spagnola arrivò in Europa con i soldati americani è anche probabile che qualche americano infettato sia giunto in India nello stesso periodo, visto che, comunque, l’epidemia si propagò in tutto il mondo.
      Basta leggere le cronache del medioevo per comprendere come si infettavano intere popolazioni e l’Europa veniva decimata ciclicamente da varie pestilenze.
      Poi gli europei portarono i loro batteri e virus anche fra le popolazioni delle Americhe, dell’Africa e dell’Australia, facendo scomparire interi popoli proprio con le influenze, i raffreddori e le malattie esantematiche.
      Ad essere sincera, mi fa più paura pensare che qualche “cosa” possa combinarsi con il mio RNA: temo le conseguenze di certi studi sulla genetica. In teoria possono essere validi e comprensibili, in realtà non riesco a dimenticare che dietro la ricerca, soprattutto genetica, c’è il dio profitto della farmaceutica (una volta si diceva che, creata una nuova molecola, si sarebbe anche “trovata” la malattia a cui applicarla) e della tecnica e, spesso, in nome del profitto si dimentica l’etica. Hitler non fu il primo a pensare alla razza perfetta, con tutto quello che ne consegue, e potrebbe anche non essere l’ultimo ad avere queste perversioni.
      La selezione naturale ha sempre funzionato, fino a quando l’essere umano ha dimenticato gli istinti naturali di base che ogni animale ha insito nel proprio DNA ed è diventato ciò che è oggi, ovvero un animale che in nome della “ragione” commette le più grosse bestialità.

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