Calli-grafia

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Quando andavo a scuola la “Bella Scrittura” era ancora materia di studio, con lezioni settimanali e compiti a casa in cui ci esercitavamo a scrivere in corsivo, posato, rotondo, cancelleresco, gotico tedesco detto Frakture e gotico inglese detto Moderno.
Uno strazio!
Avevamo cannucce e vari tipi di pennini adatti a ogni tipo di scrittura: punta sottile, punta quadra, di varie dimensioni. La scrittura era lenta, bisognava fare molta attenzione a non macchiare il quaderno con l’inchiostro e a non macchiare noi stessi. Anche la postura doveva essere regolata: schiena diritta, come se avessimo ingoiato un manico di scopa, le dita: pollice, indice e medio, dovevano tenere la cannuccia in una posizione preordinata e la cannuccia stessa doveva avere una posizione atta alla scrittura.

Ho ancora qualche quaderno di quel tempo con le note a piè pagina, in matita rossa, della mia insegnante:
– Scritto da una zampa di gallina.
– Varrebbe il doppio se fosse scritto meglio.
– Troppa fretta, sembra scrittura demotica.
– Non sei Picasso.

Quando mia nonna mi regalò una penna stilografica che mi permetteva una scrittura più veloce, alla mia insegnante vennero parecchie rughe in fronte, tra le sopracciglia sempre corrugate quando mi guardava con disapprovazione. Figuriamoci se avessi adoperato una penna biro, che però ci era proibita.

Credo sia stata questa frustrazione per la costante disapprovazione che mi ha obbligato a portare avanti, negli anni, la “passione” per la calligrafia. Ho continuato a insistere in quest’arte, collaborando come volontaria per varie associazioni e amministrazioni, scrivendo nomi in bella scrittura su diplomi, pergamene, biglietti vari e anche per me stessa.

Questi sono gli strumenti che ho accumulato negli anni e che uso ancora oggi, quando ne ho l’occasione.

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le penne – mie foto

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i pennini di scorta – mie foto

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gli inchiostri – mie foto

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Le chine in pasta e le pietre da scrittura – mie foto

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calamai e portapenne – mie foto

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le stilografiche – mie foto

Ed ecco qualche esempio dalle mie opere:

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Infine, qualche libro sulla calligrafia

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Le penne d’oca le preparo da me, complici le oche di un contadino nostro amico e la tecnica che si usava nel medioevo per il loro trattamento: aceto bianco e sabbia calda.

38 pensieri su “Calli-grafia

  1. Sei incredibile!!!! Un post simile penso sia unico in tutto il web, da San Francisco a Tokyo passando da Roma e dalla Via della Seta.
    Ricordo benissimo per averlo subito il dramma della cannuccia e delle macchie. E la liberazione della biro, in coincidenza o quasi con l’altra liberazione, quella degli Americani.
    E i banchi, sì si doveva stare impalati ritti….
    Complimenti, poliedrica vincente.

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    • C’è un amanuense, autodidatta e più giovane di me, in quel di Vicenza, che scrive solo su vera pergamena, con penne d’oca che tratta da sé e pigmenti che egli stesso produce da vegetali e minerali e fa opere incredibili. Si chiama Ivano Ziggiotti ed è un Maestro che nel Medioevo sarebbe stato considerato un vero Genio.

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  2. Pingback: Calli-grafia — Un Dente di Leone. Un post sorprendente di Neda – Evaporata

  3. Anche io da bambina ho avuto un’esperienza negativa con la scrittura. In prima la maestra mi disse: “La calligrafia è la materia degli asini” Io mi offesi moltissimo anche se in teoria avrebbe voluto essere un complimento. La maestra non mi diceva forse che per scrivere con bella grafia non serviva intelligenza? Ma non mi diceva anche che io scrivevo male? Insomma anche io ho cercato di imparare, ma non sono diventata brava come te. Però ho trascritto registri per tutto il tempo della scuola e poi tutti i libri cespiti della cooperativa.

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