Quando ero bambina la scuola finiva il 30 giugno e ricominciava il 1° ottobre.
Il primo giorno di ottobre, all’epoca, era dedicato a San Remigio e gli scolari che frequentavano la prima elementare venivano chiamati “remigini”.
Indossavamo grembiulini neri con i colletti bianchi e un fiocco tratteneva il colletto bianco che doveva essere sempre pulito e ben stirato. Anche i capelli, per noi bambine, erano raccolti con mollette o nastri per chi aveva i capelli corti, oppure in trecce o codini, code di cavallo per chi li aveva lunghi. I maschietti aveano i capelli corti e la scriminatura.
Frequentavamo la scuola a tempo pieno: dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 16 sei giorni la settimana, ma il giovedì si andava a scuola solo al mattino.
Sono entrata in Istituto all’inizio della seconda elementare. La prima l’ho frequentata in una frazione del paese dove abitavo e la scuola distava quattro chilometri dalla fattoria del nonno.
Ho ricordi vaghi di quell’epoca.
La lunga camminata per i sentieri che attraversavano i campi, il gruppetto di scolari che si ingrossava man mano che ci avvicinavamo alla scuola, i più grandi che aiutavano i più piccoli in difficoltà, la cartella che conteneva l’astuccio di legno con una penna, un paio di pennini di riserva, una matita, una gomma per cancellare, il temperino e il dischetto di panno lenci a salvaguardia del pennino, una mela, o del pane con del companatico, un quaderno a righe, uno a quadretti, il piccolo libro di lettura e un sussidiario, la preziosa carta assorbente.
L’inchiostro, per fortuna, non lo trasportavamo, lo avevamo a scuola e anche a casa.
Ricordo la stufa a legna che riscaldava la classe d’inverno e la refezione scolastica: una scodella di zuppa, di minestra, per i bambini che non potevano tornare a casa per pranzo, perché abitavano troppo lontano.
Non ricordo gli insegnanti e nemmeno i compagni di quell’anno.
Ricordo solo che a primavera, non avevo ancora compiuto 7 anni, ad aprile feci la Prima Comunione e a maggio anche la Cresima. Ero talmente piccola e bassa di statura che non riuscivo ad arrivare alla balaustra dell’altare e dovettero prendermi in braccio.
Che cosa fossi stata in grado di capire di quelle cerimonie è ancora oggi un mistero.
E sì, arriva l’età dei ricordi e l’autunno favorisce in questo senso.
Il giro delle stagioni.
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Fa freddo, me ne vado in giro con il poncho di lana a scaldarmi il cuore.
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Amo i ricordi, quelli degli altri son sempre simili ai miei💖
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Io non ho capito assolutamente niente della prima comunione, ma non la capisco neanche oggi 😊
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Sono giovane anch’io da ricordare l’inizio della scuola il 1 ottobre e la penna col calamaio 😀
Buona settimana e buon ottobre Neda
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Troppo bello leggere i tuoi ricordi, sono simili ai miei, baci cara, buon mese di ottobre, ❤
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Grazie Laura. Un abbraccio.
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❤
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Bella la lista di tutto quello che c’era nella cartella. Ricordo come erano molto importanti i pennini… e ce n’erano di vari tipi… bisognava sceglierli quando s’andava a far provvista.
Buon Pomeriggio.
Quarc
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Io di pennini d’acciaio e di cannucce ne ho ancora una grande collezione, di varie forme e di parecchie misure, per la scrittura corsiva, posata, gotica…ho portato avanti, dai tempi di scuola, la passione per la calligrafia.
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Ma tu cara Neda sei un fenomeno.
Mi complimento con te.
BUONGIORNO.
Quarc
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Farò un post sulla calligrafia fotografando la mia attrezzatura, magari ci troverai qualche pennino o calamaio di tua conoscenza.
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Perché no? Non foss’altro che per far vedere ai giovani che, anche se non si usava più la penna d’oca, non c’era ancora la penna a sfera… c’era però la stilografica!
Ciao.
Quarc
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Io la penna d’oca la uso ancora e non la compero, la faccio da me, complici le oche di un amico, con il trattamento che si faceva nel medioevo, anche se, in realtà, preferisco i pennini d’acciaio più sicuri e più duraturi. Pensa che ho ancora la cannuccia di quando ero in quinta elementare con il pennino originale. Ho anche una bella collezione di stilografiche.
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Te l’ho già detto che sei un fenomeno… e non te lo dico più.
Quarc
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Sono solo una casalinga con qualche passatempo.
A proposito di passatempi, la foglia d’acero in testa all’articolo, non è una fotografia, ma un mio disegno, un pastello acquarellato. Se lo guardi bene ti accorgerai che l’ombra è viola. Si tratta di un disegno “dal vero” fatto una sera dopo cena, tanto per passare il tempo.
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Quindi, oltre che fenomeno sei una brava pittrice.
Quarc
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Dilettante, anche se frequentai, da ragazzina, una scuola di pittura con una brava insegnante che mi insegnò quasi tutte le tecniche.
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Erano i ritmi dei “nostri” tempi, e sembrava impossibile che potessero essere messi in discussione. Capire, poi, perchè?
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