Un uomo perbene

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La prima notizia di questa mattina mi ha colpito in modo assurdo, mi sono ritrovata con gli occhi lucidi, io che non piango mai, che ho smesso di piangere da bambina, in quell’istituto.

La morte di Fabrizio Frizzi mi ha colpito come una mazzata.
Un uomo perbene, garbato, soprattutto un uomo ancora giovane che lascia una bambina ancora piccola.

Si rinnova un dolore ancora troppo recente, morti che si rincorrono, che non dovrei associare, un dolore privato e una notizia pubblica.

Pochi giorni dopo la morte di Federico, è morto anche il suo amico Gianni, avevano la stessa età.
Quante feste della classe avevano fatto insieme. Erano stati compagni di scuola, poi Gianni aveva preso un’altra strada. Era perfino diventato Ministro, discusso finché si vuole, in quell’epoca di “Mani Pulite” che lo incriminò e mandò perfino in galera. Uno dei pochi che si prese le proprie responsabilità, che pagò veramente per ciò che aveva fatto, ovvero, riempire di denaro a fondo perduto il nostro paesello e altri villaggi della nostra Bassa, in quegli anni Ottanta che permisero al nostro villaggio di uscire dalla depressione, di rinnovarsi, ristrutturarsi, accogliere fabbriche che portarono lavoro e benessere.

Nel 1987, durante la festa avisina in cui i nostri donatori venivano premiati, ce lo vedemmo capitare qui, nel nostro chiostro domenicano, lui Ministro con tutta la sua scorta, a festeggiare i nostri donatori, ad abbracciare mio marito che riceveva il “distintivo d’oro con fronde” delle 75 donazioni di sangue.
Non volli conoscerlo allora, non mi andava di essere presentata ad un uomo politico potente e così discusso, anche se il fiume di denaro arrivato nelle casse del nostro comune ci aveva permesso di restaurare metà del paese e, soprattutto, quel complesso domenicano del cinquecento che era diventato la perla di tutta la Bassa.

Lo volli conoscere dopo, dopo la galera, dopo la caduta, quando tutti gli avevano voltato la schiena, quando tutti cercavano di dimenticare quanto avevano approfittato del suo potere e della sua generosità.
Venne alla festa della classe 1940, semplice uomo comune, allora gli strinsi la mano, all’amico d’infanzia di mio marito, all’uomo che non contava più nulla, ma che aveva mantenuto l’amicizia per tutti i suoi compagni di scuola, sempre, anche quando era lontano da qui, ma non aveva dimenticato le proprie origini.

33 pensieri su “Un uomo perbene

    • Grazie Guido. Lo so che mi leggi sempre e te ne sono profondamente grata.
      Conosco la tua biografia, non è vero che non sei nessuno. Le tue opere, che sto leggendo un po’ per volta, denotano una sensibilità e una preparazione che non è di tutti. Non ho ancora trovato del cinismo nei tuoi scritti, anzi, è esplicita un’umanità disincantata forse, ma mai cinica e questo mi piace molto.
      All’inizio restavo meravigliata quando lodavi un mio scritto: io sono solo una casalinga, abituata, sì, alla lettura e attenta alla scrittura, ma scrivo sempre esattamente come parlo, come “mangio” si diceva una volta, senza pretese, senza ambizioni. Poi ho capito che cosa intendi quando ti piace un mio scritto, in fin dei conti ci ritrovi una parte del tuo modo di vedere il mondo: quella semplicità che è acuta osservazione, una scrittura sintetica ma che esprime chiaramente, senza arzigogoli, il pensiero quotidiano.
      Un tuo complimento mi onora, sempre, e un po’ arrossisco ancora, come quando venivo lodata dalla mia maestra.
      Un forte abbraccio e sempre grazie.

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      • Ringrazio io te, perchè paradossalmente adesso conosco di me stesso qualcosa di più! E non sono nato da poco! È sempre utile imparare qualcosa di se stessi.
        Poi circa l’arrossire… non è Hemingway a farteli i complimenti, preferisco il ruolo più quotidiano e realistico di amico che, ecco, questo me lo concedo, legge e si appassiona degli scritti altrui quando suon buoni (mica peraltro, son così rari) 🙂
        Contraccambio l’abbraccio. 🙂

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  1. Fabrizio era una splendida persona … e la sua morte prematura ci prende come la morte di un nostro famigliare !
    Dio lo accolga fra le sue braccia … pochi uomini furono più buoni e generosi di lui ! 😦

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  2. la morte accomuna le persone, dai parenti stretti ai conoscenti passando per coloro che con la loro simpatia non hanno fatto avvertire minimamente l’essere “personaggio pubblico” diventando invece quasi parte integrante della normalità che appartiene alle persone senza riflettori puntati…Ciao Neda

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  3. Ogni scomparsa di un personaggio più o meno famoso mi ha sempre colpita, ma non so, quella di Fabrizio in maniera particolare… non per droga, non per un incidente, non per una malattia terminale, è scomparso dopo che tutti pensavamo stesse meglio, dopo essere tornato perfino alla guida dell’eredità… la morte colpisce anche così, all’improvviso, e le persone più amate… non c’è una spiegazione…

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  4. Scusami, cara Nedina … ma il Gianni di cui parli, quello che fu Ministro, amico di tuo marito, e che Tu andavi a trovare, non quando era potente, bensì quando decadde … è Forse Giovanni Goria ?!?
    E, nel post precedente, quella signorina piccoletta che balla con un cavaliere … eri Tu ?!?

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    • Allora, il ministro era Gianni Prandini (bresciano) morto pochi giorni dopo mio marito. Non sono mai andata a trovarlo, era lui che veniva alle feste della classe, tornando al paesello e io lo salutai in una di quelle occasioni, ma non l’ho mai frequentato. Era stato compagno di scuola di Federico e di tutti i ragazzi e le ragazze nate qui nel 1940 (io sono del 48 e non ho frequentato le scuole in paese).
      La piccoletta con gli occhiali sono io, con Federico, nel ballo serale delle nostre nozze del quale parlo nel post.

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  5. Grazie … per le preziosi informazioni, Neda … e pèer il resto, fermo restando che chi abbiamo amato e ci amò, rimane nel nostro cuore per sempre finchè vivremo, ti mando un bacio e la mia compagnia da amico che ti stima e ti vuole bene ! 😀
    °°°

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  6. Ti leggo solo ora. Hai scritto un articolo veramente bello.
    Circa il Frizzi, devo dire che mi ha veramente rattristato molto… e lo sono ancora triste.
    M’è piaciuto molto quello che hai scritto relativamente a quel Ministro che non ho messo a fuoco. Brava Neda… davvero.
    Buona serata.
    Quarc

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  7. Vorrei dirti un po’ di cose, ma in un commento pubblico evito. Riguardo alla morte che ci colpisce direttamente o indirettamente invece, è sempre così difficile a qualsiasi età metabolizzare e non rimanere profondamente scossi. Io rimasi così sconvolta dalla morte di un personaggio pubblico “cantante” che aveva accompagnato i miei giorni spensierati di ragazzina mentre apprendevo la notizia in ospedale davanti a mia madre che stava morendo… Che dire ..mi fece capire che tutto era cambiato ..che niente sarebbe stato come prima. La spensieratezza non sarebbe mai più tornata nella mia vita. Ti abbraccio forte ❤

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    • Sì, è vero. Nulla sarà più come prima. Ci sono cose da affrontare, decisioni da prendere, piccole e grandi, quelle di ogni giorno e quelle che riguardano il futuro. Prima affrontavamo tutto in due, ora devo decidere da sola. Devo riprendere in mano la mia vita, come quando ero ragazza e dovevo pensare solo a me stessa. Ho una figlia, certo, ma devo tornare a essere indipendente e completamente autonoma.
      Veramente, spensierata non lo sono mai stata neppure da bambina. La vita mi ha riservato troppi cambiamenti, fin da piccola. Sono abituata a riflettere, a rimboccarmi le maniche, a stringere i denti e ad andare avanti, tirando fuori la forza che mi devo costruire dentro. Fino a che sarò possibile.
      Grazie Beatrice, un caro abbraccio anche a te e buona domenica.

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