Trilussa – Ninna nanna della guerra (ottobre 1914)

Questa poesia non l’ho trovata in alcuno dei tre libri delle poesie di Trilussa che sono nella mia libreria.
L’ho letta stamane in un blog che seguo
http://cupetinte.blogspot.it/
e mi è sembrata molto attuale in questi giorni.

Ninna nanna, nanna ninna,

er pupetto vò la zinna:

dormi, dormi, cocco bello,

sennò chiamo Farfarello

Farfarello e Gujermone

che se mette a pecorone,

Gujermone e Ceccopeppe

che se regge co le zeppe,

co le zeppe dun impero

mezzo giallo e mezzo nero.

Ninna nanna, pija sonno

ché se dormi nun vedrai

tante infamie e tanti guai

che succedeno ner monno

fra le spade e li fucili

de li popoli civili.

Ninna nanna, tu nun senti

li sospiri e li lamenti

de la gente che se scanna

per un matto che commanna;

che se scanna e che s’ammazza

a vantaggio de la razza

o a vantaggio d’una fede

per un Dio che nun se vede,

ma che serve da riparo

ar Sovrano macellaro.

Ché quer covo d’ assassini

che c’insanguina la terra

sa benone che la guerra

è un gran giro de quatrini

che prepara le risorse

pe li ladri de le Borse.

Fa la ninna, cocco bello,

finché dura sto macello:

fa la ninna, ché domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

E riuniti fra de loro

senza l’ombra d’un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe quer popolo cojone

risparmiato dar cannone.

 

25 pensieri su “Trilussa – Ninna nanna della guerra (ottobre 1914)

      • A proposito. Sono andata a cercarmela e l’ho ascoltata, su you tube.
        Ho scoperto che Baglioni è del ’51, io sono del ’48, siamo dunque della stessa generazione, ma da ragazza (e anche ora) non ho mai ascoltato le sue canzoni e anche quelle di molti altri per la verità. Ma, come dice mia figlia, io non faccio testo: vivo fuori dal mondo, su una nuvoletta tutta mia. Pensa che da ragazzina mi prendevano per matta perché mi piaceva il jazz.

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      • il Jazz non è mai stato molto popolare fra quelli “dal ’70 in poi”…peccato per loro…però anche tu ti sei persa un po’ di belle cose…io invece nutro una grande passione per tutta la musica italiana (come si dice: dalle origini ad oggi)

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      • Per essere sincera ho sempre avuto poco interesse per la musica così detta “leggera”, per le canzoni e la musica da ballo (non mi è mai piaciuto ballare). Mi piace la musica sinfonica, quella operistica, il jazz, i cori degli alpini, le operette e alcuni autori e cantanti di musica leggera fra il 1940 e il 1968. Dopo, il buio totale. Lo so, sono strana, credo di aver visto un solo San Remo, forse nel 1967 o 68 e mi sono annoiata.
        Degli autori italiani mi piaceva la voce di Lucio Dalla, alcune canzoni di De André. La radio mi sveglia ogni mattina con canzoni e musica, ma se dovessi dire adesso che cosa hanno trasmesso stamane, proprio non saprei dirlo (e non si tratta di cattiva memoria).

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      • anch’io condivido i tuoi gusti…la sinfonica soprattutto…poi mi piace anche molto tutto quello che ha a che fare con le bande…e come ti dicevo ci aggiungo tutta la musica italiana…con alcuni miti fra i quali il Quartetto Cetra….

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  1. Questa di Quasimodo fa il paio con quella di Trilussa; altra guerra, la seconda. Univesalità della poesia.
    UOMO DEL MIO TEMPO.
    Sei ancora quello della pietra e della fionda,
    uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
    con le ali maligne, le meridiane di morte,
    t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
    alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
    con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
    senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
    come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
    gli animali che ti videro per la prima volta.
    E questo sangue odora come nel giorno
    Quando il fratello disse all’altro fratello:
    «Andiamo ai campi». E quell’eco fredda, tenace,
    è giunta fino a te, dentro la tua giornata.
    Dimenticate, o figli, le nuvole di sangue
    Salite dalla terra, dimenticate i padri:
    le loro tombe affondano nella cenere,
    gli uccelli neri, il vento, coprono il loro cuore.

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  2. Ninna nanna … nanna ninna
    bbella @Neda … vòi la zinna ???
    Poco latte cjè da sugge,
    mentre er tempo se ne fugge .
    Troppe schegge, troppe spjagge
    er cannone che gjà rugge :
    nun lo ferma ppjù nessuno
    quer bastardo … sarvoggnjuno !
    Ninna nanna …. nanna ninna
    dormi @Neda, dormi e inzoggnja,
    chè quarcuno a quella zinna
    cjà ggjà messo ‘n antro latte
    e la bbellezza cjè se flette …
    Bum … BUM … BUUUM
    me lo dai ‘n bbicchjer de RUM ???
    @Cavaliere Errante !

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    • No Rum.
      At daghi al bevr-in-vin!!!
      An mescol ‘d mnestra calda
      (si è agnolin pu mei)
      fugà dentr’in vin.
      Al vin l’è mei ch’al sciuma
      (so mort l’è ‘l bun lambrusch)
      vudà in ‘na scudela
      acsi ‘l ta stracia al mus.

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  3. Nun te capisco … eppuro ne gjoisco,
    @Neda ‘Nedina’ che er bbòn lambrusco
    vai ricercanno pe’ tenello ‘n fresco,
    e bbevecelo ‘nsjeme ‘rusco rusco’
    sdrajati sotto … ehm … a l’ arbero der pesco !
    Perchè … che me ripeto ? … er soggnjo prisco,
    nun mòre mai … e, come er vino rusco,
    ce terrà anco a estate …. sempre ‘n fresco !!! 😀

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    • Amico bello, ho usato il dialetto delle mie origini mantovane: il bevr-in-vin è un’usanza della mia terra, una scodella di buon brodo caldo caldo, bollente, se ci sono degli agnolini è meglio, e un buon bicchiere di lambrusco versato dentro al brodo, che faccia la schiuma così ti lascia un segno (un bel baffo) sul muso.

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  4. Un segno in sopra al muso … che disuso,
    girar con quel colore sulle labbra,
    meglio, @Nedina, sulla pelle glabra
    mostrar un sogno dolce mai in disuso !
    °°°
    Perchè un sogno, sbocciato un bel mattino,
    se incolume restò lungo il cammino,
    or che la vite sfugge l’ orizzonte
    alto terrà … col sole sempre in fronte ! 🙂

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