Il piccolo merlo

Stavo annaffiando dietro casa, un piccolo spazio lasciato libero da colture, un po’ selvaggio. C’è un vecchio albero di mele, una piccola pianta di prugne Mirabelle, un cespuglio rampicante di caprifoglio bianco e giallo, della vite americana che in autunno si colora di rosso, un cespuglio di bosso, un tronco tagliato di olmo da cui nascono nuovi germogli, delle ortensie bianche, un acero e una phytolacca. Era lo spazio recintato riservato al nostro cane, quando ne avevamo uno.

Dalla lunga canna di gomma usciva un getto di acqua fresca e limpida, stavo bagnando una piccola felce che chissà perché stava spuntando lì, vicino alla rete divisoria. Un frullo improvviso e un piccolo volo stentato di un merlottino, ancora quasi incapace di volare, mi ha colto di sorpresa. Ho posato la canna per terra e sono andata a chiudere l’acqua. Sono entrata nel recinto, con cautela, cercando di fare meno rumore possibile. L’uccellino si era spostato dall’altra parte del recinto, contro il muretto di confine e si era mimetizzato tra l’erba, immobile, come una piccola statua. Mi sono allontanata, sempre con molta cautela, sperando che non se ne andasse. Ho recuperato la macchina fotografica in casa. Non sono granché come fotografa. La macchinetta digitale che mi è stata regalata per il mio sessantesimo compleanno, continuo ad usarla in “automatico”, mi rifiuto di passare ore a cercare di capire il fitto manuale di istruzioni di cui era dotata. Sono tornata nel recinto e l’uccellino era sempre lì, immobile, così ho potuto fotografarlo.

il piccolo merlo
mie foto

Da allora, lo osservo dalla finestra con un piccolo binocolo, ho notato i suoi genitori che vanno a nutrirlo. Spiccherà il volo fra qualche giorno. Meno male che non abbiamo più nemmeno la nostra  vecchia gatta.

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